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da repubblica it


"Non privatizzate sorella acqua"
Digiuno dei missionari a S.Pietro
Insieme a sacerdoti e suore si raduneranno il 9 giugno a Piazza S.Pietro, a partire dalle 12, per un giorno di digiuno a pane e acqua per appoggiare il referendum del 12 e 13 giugno con i due quesiti contro la privatizzazione idrica. "In piazza come hanno fatto i monaci in Myanmar contro il regime che opprime il popolo"
Città del Vaticano - Sacerdoti, suore e missionari si raduneranno il 9 giugno a Piazza S.Pietro, a partire dalle 12, per un giorno di digiuno a pane e acqua per "salvare l'acqua". L'iniziativa, lanciata dai missionari padre Adriano Sella e padre Alex Zanotelli, fa riferimento al referendum del 12 e 13 giugno con i due quesiti contro la privatizzazione dell'acqua.

"Come cristiani - si legge nell'appello - non possiamo accettare la Legge Ronchi, votata dal nostro Parlamento (primo in Europa) il 19 novembre 2009, che dichiara l'acqua come bene di rilevanza economica. Il referendum del 12 e 13 giugno sarà molto importante per bloccare questo processo di privatizzazione dell'acqua e per salvare l'acqua come un grande dono per l'umanità".

"Ci stanno rubando l'acqua - affermano i missionari - come possiamo permettere che l'acqua, nostra madre, sia violentata e fatta diventare mera merce per il mercato? Per noi cristiani, l'acqua è un grande dono di Dio, che fa parte della sua straordinaria creazione e non può mai essere trasformata in merce".

L'appello fa riferimento alle parole sull'acqua come bene comune pronunciate più volte da Benedetto XVI, contenute nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, ed espresse di recente anche dal segretario della Cei, Monsignor Mariano Crociata, durante il convegno ad Assisi su "Sorella Acqua" (aprile 2011).

In quell'occasione Monsignor Crociata aveva affermato: "In questo scenario, conservano tutto il loro peso i processi di privatizzazione, che vedono poche multinazionali trasformare l'acqua in affare, a detrimento dell'accesso alle fonti e quindi dell'approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi. Il tema va affrontato dalla comunità internazionale, per un uso equo e responsabile di questa risorsa, bene strategico - l'oro blu! - attorno al quale si gioca una delle partite decisive del prossimo futuro. Richiede un impegno comune - proseguiva Crociata - che sappia orientare le scelte e le politiche per l'acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale".

"A dire quanto queste problematiche tocchino la sensibilità comune - affermava il Segretario generale della Cei - la Corte costituzionale ha ammesso a referendum due quesiti, sui quali il popolo italiano sarà chiamato a esprimersi nel prossimo mese di giugno". Ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose si chiede di scendere in piazza "come hanno fatto i monaci in Myanmar (ex Birmania) contro il regime che opprime il popolo". "Venite - recita l'appello - con i vostri simboli sacerdotali e religiosi, ma anche con i vostri manifesti pastorali, per gridare a tutto il popolo italiano: 'Salviamo l'acqua!'

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